l'incontro con i partecipanti, il 30 aprile, alla pensione in via crispi
prezzi delle camere: colazione esclusa,
- camera doppia,
- 45€;
- camera singola,
- 30 €.
all'arrivo, Sistemazione nelle proprie camere. Uscita di giovedì, 30/04/2015.
giro turistico al centro di cagliari, visita al porto, e passeggiata in via roma e via sonnino, fino alla cattedrale di Bonaria, di cui leggerete quì sotto, un qualche accenno storico.
storia della basilica di Bonaria.
Torre costruita dai catalani, parte della antica fortezza, oggi funge da campanile
Il santuario, primo esempio di architettura gotico-catalana in Sardegna, sorge sul colle di Bonaria, nel luogo (allora detto di Bonaire, cioè "buona aria") in cui il re Alfonso d'Aragona, nel 1324, aveva fatto costruire un castello fortificato per conquistare il Castello di Cagliari, roccaforte dei Pisani.
Nel 1335 il re donò la chiesa ai frati dell'Ordine di Santa Maria della Mercede, che vi costruirono un convento, che ancora abitano.
La costruzione della basilica, che affianca il Santuario, risale al 1704, quando i frati mercedari decisero di edificare una chiesa più grande in onore della Vergine di Bonaria. La chiesa, costruita su progetto dell'architetto piemontese Antonio Felice De Vincenti, era stata progettata in origine in stile barocco; i lavori subirono però delle interruzioni, e verso la fine del XVIII secolo vennero affidati all'architetto Giuseppe Viana, che rielaborò il progetto in stile neoclassico.
Nel corso dell'Ottocento i lavori subirono ancora diversi rallentamenti. Il 24 aprile 1885 l'arcivescovo di Cagliari Paolo Maria Serci Serra riconsacrò il santuario dopo che erano stati effettuati dei lavori; una grande lapide, fu posta a ricordo del duplice avvenimento. L'edificio venne però terminato solo nel 1926, anno in cui il papa Pio XI gli conferì il titolo di basilica minore.
Durante la seconda guerra mondiale, l'edificio subì gravi danni dovuti ai bombardamenti; venne poi ristrutturato tra il 1947 e il 1960 e poi di nuovo nel 1998.
Il santuario di Bonaria è stato visitato il 24 aprile 1970 da papa Paolo VI, da papa Giovanni Paolo II il 20 ottobre 1985, da papa Benedetto XVI il 7 settembre 2008 durante la sua visita a Cagliari e da papa Francesco il 22 settembre 2013, per sottolineare il legame tra le città di Cagliari e Buenos Aires, che proprio da questo santuario la capitale dell'Argentina prende il nome.
dalle 13 alle 15, pranzo.
pomeriggio.
visita al parco monte claro.
Il parco di Monte Claro è una vasta e piacevole area verde della città di Cagliari, situata sulle pendici dell'omonimo colle. Rappresenta un importante polmone verde in un'area molto popolosa e trafficata, tra i quartieri di Is Mirrionis e Fonsarda e la municipalità di Pirri, ma anche un gradevole punto di incontro per tutti i cagliaritani, soprattutto nelle sere estive o nelle mattinate di festa.
L'area su cui sorge il parco di Monte Claro è stata recuperata e restituita ai cittadini di Cagliari in tempi relativamente recenti, dopo lunghe e tormentate vicende tra progetti ambiziosi, lungaggini e polemiche: i lavori per la sistemazione iniziarono nel 1995 e nel 1997 ci fu l'inaugurazione di un primo lotto di verde con panchine e giochi per bambini, ma solo a novembre 2001 il parco assunse il suo assetto attuale; Ma il fascino del colle di Monte Claro affonda le sue radici in tempi molto più remoti e questo sito porta ancora le testimonianze di alcune importanti tappe della storia della città di Cagliari...
Sul colle di Monte Claro infatti è presente un antico ipogeo in cui sono stati rinvenuti dei grandi vasi di ceramica decorata, risalenti all'Età del Rame, ora conservati presso il Museo Archeologico (all'interno della Cittadella dei Musei di Cagliari). La civiltà che li produsse, che si sviluppò con tratti comuni in più parti della Sardegna nel III secolo a.C., prende proprio il nome di Cultura di Monte Claro. Si hanno poi notizie di un monastero cistercense edificato sul colle di Monte Claro nella prima metà del XIII secolo, e sono giunte fino ai nostri giorni alcune vestigia di un antico santuario medievale dedicato a Santa Maria Chiara: si tratta degli unici resti dello scomparso villaggio di Villa Sancta Maria de Monte Claro, che sorgeva ai piedi del colle e può essere considerato un ?antenato? di Pirri.
In tempi più recenti, la storia del colle di Monte Claro è legata indissolubilmente alle tormentate vicende dell'Ospedale Psichiatrico di Cagliari. In cima al colle è tuttora visibile la villa padronale abbandonata nota come ?Villa Clara? (termine entrato nel linguaggio popolare cagliaritano proprio come sinonimo di manicomio). Tale villa, in origine sede di villleggiatura per la famiglia del deputato e banchiere Pietro Ghiani Mameli, verso la fine dell'800 iniziò ad ospitare un gruppo di malati psichiatrici; nel 1890 il colle di Monte Claro fu poi scelto ufficialmente per la realizzazione del nuovo Ospedale Psichiatrico di Cagliari e Villa Clara divenne residenza del direttore. Dopo la chiusura del manicomio per effetto della legge Basaglia, Villa Clara ospitò per qualche tempo la sede della Protezione Civile per poi cadere nell'abbandono insieme al parco circostante.
Oggi Villa Clara è ancora abbandonata, ma il parco di Monte Claro è diventato un luogo piacevole e molto curato. Le pendici del colle sono state ripopolate con alberi e arbusti tipici della macchia mediterranea, che si alternano a soleggiati prati verdi; Percorrendo i numerosi sentieri adatti alle passeggiate e al jogging, tra i profumi dei fiori e gli aromi delle piante, è facile dimenticarsi di essere tra le caotiche arterie di via Cadello e via Is Mirrionis, tra le più trafficate di Cagliari.
Inerpicandosi fino alla cima del colle di Monte Claro si raggiunge uno splendido roseto e si gode di un bel panorama sulla parte nord-occidentale di Cagliari: oltre i palazzi di Is Mirrionis si erge il colle di San Michele con il suo castello e il suo parco. Sono presenti anche dei laghetti artificiali popolati da anatre, oche e tartarughe, delle aree ludiche con giochi per bambini, diversi punti di ristoro, un bocciodromo e campi di calcetto. Soprattutto durante la bella stagione, il parco di Monte Claro ospita periodicamente manifestazioni culturali e spettacoli come concerti, rappresentazioni teatrali, rassegne di cinema all'aperto e tanti altri eventi che vivacizzano la vita sociale della città di Cagliari.
Il parco di Monte Claro è dotato di due ingressi, quello principale sulla via Cadello e uno laterale in via Liguria. L'accesso è libero e gratuito negli orari di apertura, dalle 6:00 a mezzanotte da maggio a ottobre e dalle 7:00 alle 21:00 da novembre ad aprile.
Venerdì, 01.05, mattina liberi per la sagra di sant'efisio.
festa di sant'efisio 1 maggio
Ogni anno, dal primo al quattro di maggio, la festa di Sant'Efisio riunisce i fedeli, gli abiti tradizionali e i colori di tutta la Sardegna in una processione commovente e grandiosa.
Parte dalle stradine di Stampace, nel centro di Cagliari, gremite di folla e trasformate in un tappeto di petali di fiori, per arrivare alla spiaggia di Nora e quindi tornare alla chiesetta da cui è partita. È un lunghissimo pellegrinaggio con migliaia di devoti venuti da ogni parte dell'Isola, che sfilano a piedi, a cavallo o sulle traccas, i carri trainati dai buoi e ornati di fiori e frutta. Non è solo la più grande manifestazione religiosa, della cultura e dell'identità della Sardegna: è soprattutto una Promessa solenne fatta l'11 luglio 1652 dalla città al suo protettore.
Da allora è sempre stata onorata, ogni primavera, per più di 350 anni, con profonda devozione e gratitudine sincera.
La storia
Nel 1652 in Sardegna infuriava la peste. Le autorità cittadine chiesero aiuto con un Voto solenne a Sant'Efisio martire. Era un militare romano che, appena prima di essere giustiziato per la sua fede, aveva promesso di proteggere per sempre Cagliari e i suoi cittadini. Con il Voto, la città si impegnava a portare ogni anno la statua del Santo in processione, dal luogo in cui Efisio era stato incarcerato, nel quartiere di Stampace, fino alla spiaggia di Nora, a occidente sul golfo, dove aveva subìto il martirio. La peste finì. Da allora Cagliari ogni anno scioglie il suo Voto. Dall'anno della peste il Santo è stato invocato molte volte e, nella salvezza, i cittadini di Cagliari hanno sempre visto il suo intervento. Perché Efisio e la città sono legati indissolubilmente: dall'amore, dalla venerazione e dalle reciproche promesse, intrecciate e rispettate da secoli.
La processione
Per tutto l'anno ci si prepara alla festa. In ogni paese della Sardegna i devoti dedicano ogni cura agli abiti tradizionali, spesso antichi e preziosi, tramandati per generazioni. Cavalli e cavalieri si esercitano a sfilare in parata, i conducenti preparano i giganteschi e pazienti buoi alla fatica di trainare le traccas, i carri decorati di fiori che precederanno il cocchio dorato del Santo. La mattina del primo di maggio la carrozza esce nella piazzetta, dove lo aspettano, con le corna adorne di pannocchie di fiori, i due buoi scelti per trainarlo. Le strade sono coperte dalla ramadura: un coloratissimo e profumato tappeto di petali ed essenze odorose. Tutta la processione prepara il passaggio di Efisio: prima di lui sfilano i fedeli in abito tradizionale, le traccas, le confraternite religiose, i miliziani a cavallo con le antiche divise dalla giubba rossa.
Cavalcando in frac e cilindro accompagna il Santo anche l'Alter Nos: colui che è delegato a rappresentare il sindaco e tutta la città. Davanti al Municipio Efisio si ferma a ricevere l'omaggio della comunità, mentre suonano a festa le campane delle chiese e le sirene delle navi in porto. È forse il momento più suggestivo, quello in cui è tangibile la profonda partecipazione che accompagna questa giornata, ma è solo l'inizio del lungo pellegrinaggio fino alla spiaggia di Nora. Il Santo passa in un cocchio più semplice, quindi fa tappa per la notte e arriva al luogo del suo martirio solo il giorno successivo.
Lo aspettano due giorni di celebrazioni, poi il lungo ritorno. Il quattro di maggio il rientro in città nella notte, insieme ai miliziani e ai tantissimi fedeli, è emozionante come un sogno
Le date
- 15 Gennaio:
- è la data del martirio del Santo, celebrata, alla presenza dell'Arcivescovo della diocesi e dei devoti cagliaritani, con una processione che percorre le strade del quartiere storico di Stampace.
- 1 Maggio:
- la grande processione si apre alle 10 della mattina con le traccas, seguono i devoti in abito tradizionale, i cavalieri, i Miliziani e la Guardiania. Il cocchio di Efisio si mette in cammino alle 12 e percorre il centro fino a sfilare davanti al municipio. Il pellegrinaggio prosegue con varie soste fino a Sarroch, dove si trascorre la notte.
- 2 Maggio:
- Il cammino riprende fino a Nora, il luogo del martirio.
- 3 Maggio:
- Efisio percorre la strada sino alle rovine della città romana di Nora, quindi riparte per Pula.
- 4 Maggio:
- Il corteo riparte alle 8 della mattina per Cagliari, dove giunge alle 22.30 circa. Prima di mezzanotte la grande festa è finita. Il voto, ancora una volta, è sciolto.
la giornata prosegue con il pranzo con l'equipaggio, e lo staff di radio stella marina.
pomeriggio, visita e giro in portacristina e la zona castello
Porta Cristina, a Cagliari, è una porta di accesso al quartiere Castello che collega il viale Buoncammino, ove è presente lo storico carcere, alla piazza Arsenale.
L'attuale Porta Cristina sostituì Porta del Soccorso, risalente al XVII secolo, e venne edificata nel 1825 in stile neoclassico, secondo un progetto del conte Carlo Pilo Boyl approvato da re Carlo Felice di Savoia. La porta venne chiamata Cristina in onore della regina Maria Cristina, sposa di Carlo Felice.
Porta Cristina, le cui linee si ispirano alla facciata interna della Porta Pia di Roma, presenta l'arco di accesso aperto tra due lesene che reggono una trabeazione delimitata da due cornici aggettanti, entro le quali è posta una lunetta semicircolare in cui si trova l'iscrizione dedicatoria.
La cattedrale di Cagliari è situata nel quartiere medioevale del Castello, nel cuore fortificato del centro storico della città sarda. Il Castello fu, dal XIII secolo alla fine del XIX, il quartiere in cui, oltre alle massime autorità civili, militari e religiose, avevano le loro residenze i nobili cagliaritani. Coloro che si recavano nel Castello, come gli artigiani che lavoravano nelle botteghe del quartiere, a differenza dei nobili, la notte erano obbligati a tornare nelle proprie case negli altri quartieri cittadini, ovvero Stampace, Marina e Villanova, prima che le porte di Castello venissero chiuse.
Il Castello sta ora lentamente risorgendo dopo un lungo periodo di incuria e abbandono, attraverso numerosi interventi di recupero, restauro e abbellimento degli antichi palazzi, delle chiese, delle vie e delle piazze. La cattedrale sorge sulla vasta piazza Palazzo, dove si affacciano anche il Palazzo Reale, che oggi ospita uffici della Prefettura e della Provincia di Cagliari, e il vecchio palazzo comunale.
Il Bastione di S.Remy
Il bastione di Saint Remy è una delle fortificazioni più importanti di Cagliari, situata nel quartiere Castello. Il nome deriva dal primo viceré piemontese, Filippo-Guglielmo Pallavicini, barone di Saint Remy. Alla fine del XIX secolo venne monumentalmente trasformato in una scalinata, sormontata dall'arco di Trionfo, che dà accesso ad una passeggiata coperta e ad una grande terrazza panoramica.
Venne costruito alla fine del XIX secolo sulle mura antiche della città, risalenti agli inizi del XIV secolo, collegando fra loro i tre bastioni meridionali della Zecca, di Santa Caterina e dello Sperone, per unire il quartiere Castello con quelli sottostanti di Villanova e Marina. La passeggiata coperta e la terrazza Umberto I, quest'ultima edificata sul vecchio bastione dello Sperone, vennero progettate nel 1896 dall'ingegnere Giuseppe Costa e da Fulgenzio Setti. Tutto l'edificio, è fatto in stile classicheggiante, con colonne corinzie, e fu costruito in Pietra Forte, un calcare bianco e giallo. Fu inaugurato nel 1901. La scalinata a doppia rampa, con la quale si entra dalla piazza Costituzione, si interrompe nella passeggiata coperta, e si conclude sotto l'arco di Trionfo, nella terrazza Umberto I. Nel 1943, la scalinata e l'Arco di trionfo vennero danneggiati gravemente dalle bombe della Seconda guerra mondiale, ma finita la guerra vennero fedelmente ricostruiti.
Dalla terrazza Umberto I si accede, attraverso una breve gradinata, al bastione di Santa Caterina, dove sorgeva un vecchio convento delle domenicane, distrutto da un incendio nel 1800. Si narra che negli ambienti austeri del convento si preparò la congiura per uccidere il viceré Camarassa nel 1668, il più clamoroso episodio di sangue nella storia della città durante il governo spagnolo.
La passeggiata coperta da quando fu inaugurata, nel 1902, è stata variamente utilizzata. All'inizio fu utilizzata come sala dei banchetti, poi durante la prima guerra mondiale si utilizzò come infermeria. Negli anni trenta, nel periodo delle sanzioni, venne allestita la mostra dell'autarchia. Nel corso della seconda guerra mondiale fu adoperato come rifugio agli sfollati le cui case vennero distrutte dalle bombe. Nel 1948 ospitò la prima Fiera campionaria della Sardegna. Dopo molti anni di abbandono, la passeggiata fu restaurata e rivalutata come spazio culturale riservato in particolare a mostre artistiche. Purtroppo quest'ultima, si può solo fiancheggiare e visitare in parte, per motivi di restaurazione.
sabato:
visita alla fiera di cagliari:
Con la sagra di sant'Efisio (1º-4 maggio) ogni anno a Cagliari fino a un centinaio di anni fa si teneva una fiera nel quartiere di Stampace che attirava molti cagliaritani. Collateralmente nacquero a Cagliari anche altre esposizioni del genere.
Un'esposizione merceologica ebbe luogo nel 1840, nel febbraio 1847 si tenne un'esposizione pubblica di oggetti d'arte e d'industria nazionale, doppiata nel 1871. Nel 1901, 1904, 1905 e 1907 si tennero delle fiere campionarie, ospitate in piazza del Carmine. Negli anni venne ideata la primavera Sarda, una manifestazione che si tenne per alcune primavere a Cagliari dal 1929.
Padiglione delle attività agricole di Ubaldo Badas
In un clima di povertà, ma anche di voglia di rinascere dalla distruzione dei bombardamenti del 1943, nel 1948 si tenne la 1ª edizione della fiera della Sardegna, con sede nei locali della passeggiata coperta del bastione di Saint Remy; vi furono 55.000 visitatori. La II edizione della fiera viene ospitata nei locali del teatro Massimo di Cagliari e dell'arena giardino, appena costruiti. A visitare questa edizione ci fu anche un giovanissimo Giulio Andreotti, allora deputato. Protagonista dell'evento fu il cemento amianto, con il quale venne ricoperta la platea aperta dell'arena giardino, simbolo della rinascita di Cagliari e della Sardegna. Questa edizione attrasse più di 80 mila visitatori, segnando il futuro della rassegna.
L'edizione del 1951 trova la sua sede definitiva in un'area di Su Siccu bonificata con le macerie degli edifici bombardati dai caccia anglo-americani dante sul viale Diaz e le poche strutture presenti vengono costruite in appena 47 giorni. Negli anni successivi vengono costruiti altri padiglioni, il cui più famoso di tutti è certamente il padiglione per la Cassa per il Mezzogiorno di Adalberto Libera, del 1953. Nel 1961 viene realizzato da Ubaldo Badas il padiglione per le attività agricole. In questi anni viene installato anche uno spazioso hangar, già dell'aeronautica militare, che lo usava nell'aeroporto di Monserrato, diventando uno degli spazi coperti più grandi di Cagliari. Nel 1960 Fabio Maria Crivelli, direttore de L'Unione sarda, in un editoriale definisce la rassegna come la "Fiera della speranza".
pomeriggio:
passeggiata esterna lungo mare partenza dal porto
domenica mattina:
Giornata liberi per vari aquisti ecc...
dal momento che alcuni del gruppo partono la domenica pomeriggio ci si saluta alla fine del pranzo. per eventuali chiarimenti sono a disposizione saluti da Mari