Foto di una anguilla

L'anguilla è un pescie che puo vivere sia in acque salate e sia in acque dolci.
Infatti, nel periodo che va da fine aprile a settembre inoltrato la troviamo nei fiumi, mentre per il restante periodo dell'anno sta in acque salate. per quel che ne so, per riprodursi, dopo tre anni di vita va nel mar dei sargassi, e i nascituri ritornano al luogo di origine dei genitori. come facciano a ritrovare la strada è ancora un mistero irrisolto.

Questo pesce è in grado di muoversi anche fuori dall'acqua per parecchio tempo, e muovendosi come fanno i rettili, gli consente di superare delle cascate naturali, o degli imbrigliamenti del fiume creati dall'uomo, per raggiungere la sua destinazione.

 

l'anguilla è esclusivamente un pescie di fondo, ama sostare sul fango in fondo al fiume, ed escie a caccia solo di notte. In qualche raro caso, quando le accue sono torbide, la si puo catturare anche di giorno.
L'esca più comune è il lombrico di terra, ma essendo un carnivoro, nessuno vieta di usare il pesciolino vivo o delle budella di pollo... ne vanno ghiotte. 


E sera, una bella serata di fine maggio, e il mio amico Rudi e il suo fratello più piccolo, che si chiama andrea, ci troviamo davanti all'osteria di fasolin, che vende un po di tutto, prendiamo qualcosa da bere... un paio di birre. Rudi propone: "perché non andiamo a pescare? Rispondo Si puo fare!... ma le esche ci sono?" "Si, ne ho un bussolotto pieno." "ottimo!" Ci incamminiamo di buon passo, lasciandoci l'osteria alle nostre spalle con tutti i suoi avventori, che sapute le nostre intenzioni, fanno di tutto per scoraggiarci con battute sagaci e richiami, ma noi non demordiamo dal nostro intento. Tranne lultimo tratto, il sentiero che porta alla gorga in cui dobbiamo andare e in leggera pendenza, molto agevole. Giunti sul posto, ci scegliamo le nostre postazioni, tanto, quando l'anguilla escie in caccia, mangia sia in corrente, sia al centro del gorgo, anche se questo non è sempre vero. Mi posiziono in fondo al gorgo, dove, a riva il terreno è sabbioso, mentre sotto alla superfice dell'acqua c'è tanta melma. Dovrebbe essere in teoria la postazione migliore, ma gli altri non lo sanno. La canna e l'attrezzatura, è quella utilizzata per la pesca a fondo del Barbo. Solito finale, con un amo del sei a gambo lungo, solito piombo scorrevole da dieci grammi. Apro la canna, pianto in terra la forcella porta canna, dalla scatola porta esche prendo un bel lombrico, lo inserisco nell'amo, e lancio a circa sette metri, poi appoggio la canna sulla forcella, allento al massimo la frizione del mulinello, e metto in tiro la lenza. Mi siedo perterra a gambe incrociate, mi accendo una sigaretta, e ascolto il canto dell'usigniòlo che e poco lontano da noi, e aspetto. Per catturare questo pesce bisogna armarsi di tanta pazienza, perché non tutte le sere esce in caccia, quindi si rischia di passare tutta la serata ad aspettare. Poi c'è da dire che i barbi e i pesci più piccoli fanno azione di disturbo... si mangiano l'esca, e addio anguilla! per questo è meglio tenere la lenza tra le dita, così, siamo in grado di avvertire il più piccolo movimento. E altrettanto vero però, che se si tiene la lenza tra le dita, bisogna essere in grado di riconoscere il tipo di pesce che in quel momento sta mangiando, altrimenti, se si tratta di anguilla, rischiamo fortemente di perderla, perché il suo modo di mangiare e differente da tutti gli altri pesci. In pratica, l'anguilla mangia lentamente, trascinandosi lesca per qualche metro, e bisogna dargli lenza. in tal caso la cattura è assicurata, ma, se tiriamo non appena inizia a mangiare, la perdiamo sicuramente. Sento che la frizione del mulinello si muove a piccoli scatti. allungo la mano e do un po di lenza. Ora tengo il filo tra le dita, e sento che lentamente si tende. Eccola, ci siamo! aspetto ancora altri venti secondi, il filo continua a tendersi. Chiudo la frizione quanto basta, poi do uno strappo deciso. Presa! I primi secondi sono decisivi. Bisogna tirare per staccarla dal fondo, perché l'anguilla cerca di arrotolarsi a qualsiasi cosa che trova sul fondo del fiume. Se ci riescie possiamo considerarla persa, e siamo costretti a rompere la lenza. Una volta staccata dal fondo non oppone quasi più resistenza, ed è facile portarla a riva. Un altro momento critico e quando la togliamo dall'acqua. Se il terreno è sabbioso non ci sono problemi, perché la sabbia si impasta con la sostanza che ricopre il corpo dell'anguilla che la rende scivolosa, quindi essa si muove con estrema difficoltà, mentre se il terreno e sassoso, o peggio ancora erboso, bisogna utilizzare uno straccio per renderla inoffensiva, e, anche così, è unimpresa mantenerla ferma. meglio infilarla subito nel retino e tagliare il finale. "Rudi, prendi il retino, per favore!" "Pronti, eccolo!" Nel frattempo sento il trillo del campanello di una delle due canne dei miei amici. "Vai vai, Rudi, che qui mi arrangio da solo. Infilo l'anguilla nel retino, poi prendo dalla cassetta dell'attrezzatura una forbice e taglio il finale. non è molto simpatico mettergli le dita in bocca per potergli togliere l'amo, ha delle file di dentini molto aguzzi! Rudi ritorna con un bel barbo di circa mezzo chilo, e mettiamo nel retino anche quello. Sostituisco il finale e rilancio, e mi appresto a una nuova attesa. Ho gia cambiato l'esca due volte, oramai si è fatto tardi, e decidiamo di andare a casa. Chiudiamo le canne, riponiamo gli attrezzi, e come ultima cosa recuperiamo il retino. Sorpresa, l'anguilla non c'è più! porcocane! eppure avevo messo anche una pietra bella grossa per chiudere l'apertura. "E inspiegabile," Mi dice Rudi. Io invece penso che una spiegazione ci deve essere. Ispeziono con le mani il retino... e in fatti la spiegazione c'é. In un punto il retino ha un foro non tanto grande, ma probabilmente sufficente per la birbon,a che ne ha approffittato per scappare. A questo punto, daccordo con Rudi, ridiamo la libertà anche al barbo. Torniamo a mani vuote, i più grandi ci prenderanno in giro per una settimana, ma noi sappiamo che ci siamo divertiti.

 

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