Danzano le lettere,
disegnano parole.
Vocali e consonanti
scompongono i ricordi.
Più punti esclamativi


o interrogativi?
Prevale l’indulgenza
chi mai deciderà?
Sogni e pensieri astratti
sono fra virgolette.
Le virgole sorreggono,
tra un sospiro e l’altro,
vicende inconsistenti.
Punto e virgola in coppia
proseguono il discorso,
narrato dagli eventi.
Puntini a noi devoti
sospendono l’evolvere
di gioie troppo gravide,
grondanti esitazione…
Due punti chiariscono,
esaltano, preludiano
il discorso,
anticipano una spiegazione.
Periodi solcati da linee orizzontali
tratteggiano il presente,
rinnegano l’astruso.
Dorate parentesi
sono i giorni sereni.
Riunisce l’apostrofo
due corpi in un’anima.
A capo prosegue
un frammento spezzato,
continuano ad evolversi
le umane vicende.
Il punto conclude,
è la fine,
ogni cosa si placa,
ritorna a non essere.
Grammatica, sintassi, ortografia,
fondendosi creano
arazzi decorati,
la cultura si esalta.
Scava, attinge alla fonte,
nel bagaglio mentale.
Colmo salvadanaio,
non ammette inconclusioni,
le monete ignoranti,
sono infette, contagiano,
intaccano l’intelligenza.
L’ignoranza si arresta ai confini del naso,
senza spelling non sa
quale sia il passaporto.
La cultura raccoglie frutti ambiti,
gustati da dotti oratori.

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